Soldati italiani sono stati inviati in Ungheria e Bulgaria per rafforzare la deterrenza Nato sul fianco est dell’Alleanza.
Il ministro della Difesa Guerini ha annunciato che l’Italia è a capo della missione dell’Alleanza atlantica per rafforzare il fronte est. La misura preventiva della Nato è atta a far fronte a un’eventuale escalation del conflitto in Ucraina e ad un allargamento della guerra verso ovest. L’operazione però deve avere il beneplacito del Parlamento.
Se il Parlamento sarà favorevole, l‘Italia assumerà “la guida di questa missione della Nato per rafforzare la deterrenza sul fianco est” ha annunciato Guerini. La deterrenza dei contingenti atlantici nei paesi dell’est Europa “serve per prevenire i conflitti e per rafforzare le condizioni di sicurezza”.
Poi il ministro della Difesa chiarisce la linea del governo che è quella condivisa da tutta la comunità internazionale: ovvero sostenere l’Ucraina contro l’aggressione subita dalla Russia. Anche l’Italia sta agendo in questo senso “sostenendo le sanzioni, rinnovando tutti gli sforzi diplomatici per arrivare alla pace, e attraverso il supporto alla resistenza ucraina, delle Forze Armate ucraine con materiale che serve all’Ucraina per difendersi dall’aggressione. Questa è la scelta che ha fatto il Parlamento e il Governo si sta muovendo nel solco di queste direzioni“.
La linea chiara dell’Italia
Stessa linea ribadita ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso per il 2 giugno. Alla cerimonia non hanno partecipato ambasciatori russi e bielorussi, evidenziando che il nostro paese è dalla parte degli aggrediti e di coloro che sono stati invasi. Nonostante all’interno del Parlamento, e della maggioranza, ci siano forze politiche che cercando di ostacolare l’invio di armi celandosi dietro una svolta pacifista, la linea del nostro paese viene chiarita a gran voce dai leader.
Quella in Ungheria e Bielorussia sarebbe solo un’altra delle missioni in cui è impegnato il corpo militare del nostro paese. I militari italiani, infatti, sono impegnati in diversi paesi: in Bosnia-Erzegovina nella missione europea EUFOR Althea (dal 2004). In Kosovo dal 1999, in Iraq con circa 250 unità per l’Operazione internazionale anti Isis “Inherent Resolve” dal 2014. In Libano con due missioni di pace con l’Onu dal 2006 e bilaterale dal 2015. Dal 2018 in Libia, in Mali dal 2013, in Marocco dal 1991, in Somalia dal 2010.